Come vivere a testa alta – Parashat Emor

Rav Eliahu Birnbaum

In questa parashà ci viene insegnata una formula che richiama l’Ebraismo al suo dovere di mantenere viva la speranza, in modo tale che l’uomo non soccomba nella routine. Ogni persona del popolo di Israele ha il dovere di contare quarantanove giorni dalla seconda notte di Pesach fino a Shavuot per dirigersi alla fine verso il Tempio e presentare le offerte dei Bikkurim , delle primizie.

Il conteggio dell’Omer, delle sette settimane tra Pesach e Shavuot ha certamente un significato pratico per il mondo agricolo: la fine delle sette settimane coincide infatti con il momento della raccolta ed è per questo che a Shavuot le primizie, i “Bikkurim” sono offerte nel Tempio. Ma il conteggio dell’Omer lega e vincola altresì la festa di Pesach con Shavuot, l’uscita dall’Egitto con il dono della Torà: “sefirat haomer” è, di conseguenza, simbolo di un processo incancellabile che si trova al centro tra la libertà fisica e la redenzione spirituale.

Comprendiamo da questo passaggio che la redenzione spirituale non può mai essere istantanea e deve trascorrere un certo periodo affinché venga avvertita come ovvia la sua necessità. Un popolo non può vivere senza una identità culturale, senza una morale, senza leggi, senza precetti, senza norme, senza una coscienza collettiva: sono tutti elementi che accompagnano la mera liberazione fisica ma che necessitano di essere elaborati interiormente.

La redenzione, che ha come simbolo nei nostri tempi la venuta del Mashiach, è costantemente una meta da raggiungere, un processo in costante itinere. Come ha detto il rabbino Harlap: “Ha più importanza l’approccio speranzoso alla venuta del Mashiach che la stessa Sua venuta tra di noi.” In altre parole, affinché si creino le premesse per la redenzione, è dunque necessario ispirare la condotta di ognuno di noi alla fede nella Sua venuta.

Il conteggio dell’Omer, così come la speranza della redenzione, sono simboli che danno un senso spirituale alla vita dell’uomo. L’uomo ebreo deve vivere a testa alta, con gli occhi in avanti, con lo sguardo verso il futuro. L’obbligo di contare ogni giorno per un periodo di sette settimane ci educa alla necessità di avere questo stesso approccio verso il futuro. Invocare la venuta del Mashiach significa testimoniare la propria fede nel futuro del nostro popolo e della umanità intera.